Altre testimonianze, dopo la lettura del libro… Marta e il rapporto con il Mistero

Durante la festa dell’Assunta, il 15 agosto scorso, mi sento chiamare e vedo due ragazzi che mi vengono incontro. “Prof. prof…:”   Mi volto ed era Francesco un mio ex alunno di diversi anni fa, lì con il fratello (anch’egli ex mio alunno).

Era tanto che non ci si vedeva, ma ancor prima di salutarmi mi dice, “Prof, ho letto il libro!”. Ed io, “Il libro della Marta?” “Sì, sì…  Mi ha cambiato la vita.”. Lo guardo un po’ scettico e gli chiedo, “spiegami… cosa intendi” .  “Sì perché il rapporto con il Mistero che viveva Marta, mi ha fatto ripensare a tante cose…  Ora vivo la realtà e la mia esperienza di fede diversamente, con una profondità che  prima non conoscevo”.  Alzo gli occhi e lo guardo (solo ora sul serio) in faccia e vedo il suo volto.  Capisco al volo che quanto mi dice è vero e avrei voluto abbracciarlo. Dopo qualche chiacchiera insieme a lui e al fratello Luca, chiedo a Francesco se se la sentiva di trascrivere quanto mi aveva detto ed ecco qui la sua email.

La pubblichiamo (raccogliendola anche nella pagina delle testimonianze dei lettori) insieme ad altri due commenti apparsi sul sito in questi giorni.

 

Salve professore, 

leggere il libro di Marta mi ha cambiato molto. Mi è venuta in mente una frase del Gius riportata anche nella mostra: “mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita”.

Quello che mi era palese nel leggere il libro è come Marta avesse dato prova che la realtà ci è data per noi; la sua capacità di riconoscere il Mistero, sia nelle situazioni stringenti sia in quelle di gioia, permetteva a lei entrare in rapporto con Dio non dando per scontato nulla di quanto le accadeva (come invece pretende di fare il mondo adesso, lasciandoci vivere nell’indifferenza delle cose che ci accadono). 

La frase scritta dietro il libro, “Gesù rivelati a me, donami un cuore puro, semplice, pronto ad amarti in ogni istante, un cuore che brami Te, solo Te!”, ha provocato in me due reazioni molto diverse da prima a dopo aver letto il libro. Una volta letto il libro ho capito che Cristo va mendicato, l’incontro con Lui va mendicato e Lui risponde nella realtà, in una maniera talmente originale che quando immaginiamo come potrebbe rispondere non ci azzecchiamo mai.

Vedo che per poter dare un significato preciso alla mia vita, uno scopo preciso e per poter stare di fronte alla realtà bisogna bramare di entrare in rapporto con Gesù

Leggere questo libro mi ha aiutato molto a capire la risposta alla domanda posta da un alunno, che dico ora parafrasando, “perché Dio se c’è non si fa vedere?” (pag. 88-89). Dalla risposta di Marta ho capito che Dio non si fa esplicitamente vedere perché non ci vuole suoi burattini, ma ci da la massima libertà di seguirLo. Siamo noi che decidiamo di andare dietro a quello che la realtà ci pone davanti. 

Percepire questo pone alla mia vita un gusto nuovo, vedere che le cose che mi accadono non sono a caso, ma sono per me. Vedere come i talenti che mi sono stati donati, principalmente lo studio e il saper suonare un po’ la chitarra, possono essere usati per servire Lui e quindi andare incontro ai bisognosi con un’ umanità che viene dall’incontro con Cristo.

La ringrazio molto professore, spero di verderla presto, 

 Cordiali saluti

Francesco (ex alunno del prof. Polverelli)

 

Sono tanto felice di essermi imbattuta nella storia di Marta, perché sono vite come la sua, come quella di Chiara Badano e di Giulia Gabrieli che ci aiutano ad avere speranza è ad andare avanti nonostante tutte le sofferenze che ci stringono il cuore. Grazie per il tuo esempio e al tuo sguardo sereno

Sabrina

Cose dell’altro mondo in questo mondo.
Nel dialogo che questa ragazza ha tenacemente vissuto con il suo cuore, quel che mi si è reso evidente è che il Mistero non è il nome che diamo a quel che del reale ancora non conosciamo, ma è una realtà, un Tu a cui possiamo dire “Conquistami!”.
E Marta ci testimonia che non c’è nulla di più umano in questo.
L’urgenza che è stata di questa ragazza sta diventando sempre di più la mia urgenza, l’alzarmi al mattino e davanti allo specchio dire con disarmante semplicità, ma non senza dramma, come è stato per lei, “Io sono Tu che mi fai!”. In questo ho ben chiaro che non mi sostituisce nessuno. L’ho reimparato da Marta, che non ho mai conosciuto ma che adesso ho incontrato. Una cosa dell’altro mondo in questo mondo.

Max

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