Più forte di ogni dimenticanza e di ogni limite

Durante l’estate (luglio 2015) abbiamo ricevuto una email di un caro amico di Marta, Federico (che peraltro ha pubblicato un bel testo, sempre per i tipi di Itaca, sulle vicende drammatiche di Seveso e su quanto è nato in quell’occasione). La email esprime tutta la dimensione della nostra umanità, fatta di riconoscimento del bene ma anche di limiti e dimenticanza.

Allo stesso tempo segna un punto di ripresa, un nuovo inizio. È accaduto per Federico, grazie alla lettura del libro e al rinverdirsi dell’esperienza che era stata l’amicizia con Marta. Allo stesso modo è accaduto per tanti che Marta non avevano conosciuto e che sono rimasti colpiti da lei attraverso le pagine di Voglio tutto.

La sua email è veramente toccante e, grazie alla sua disponibilità, ve la proponiamo qui.

 

Caro Emanuele, 

finalmente mi sono deciso a scriverti. Sono stato un caro amico di Marta Bellavista, nel libro che hai curato c’è anche una mail che mi aveva scritto. Un altro mio grande amico è Francesco Ferrari: con lui e altri amici ho conosciuto il movimento, con GS, a Reggio Emilia, nell’ormai lontano 1997.

Nel libro viene davvero fuori Marta così com’era, una persona semplice ed eccezionale allo stesso tempo. Era una meraviglia parlare con lei dello studio (io ho fatto l’Università Statale a Milano ma andavo spesso in Cattolica a trovare lei e altri amici), della comunità, di quello che ci interessava, della vocazione e della vita. Insomma, di tutto: come si fa tra amici veri. Per me è stato così fin verso l’inizio del 2010. Nel febbraio dell’anno prima mi ero sposato (Marta c’era al matrimonio) e ho avuto un bimbo a dicembre 2009. Ricordo poi una bellissima cena a casa nostra con Marta, in cui lei raccontava del lavoro e della sua voglia di vivere, sempre lieta, senza mai lamentarsi, pur avendo in teoria tutte le ragioni del mondo per farlo. Che bello passare del tempo con lei!

Direi che ci siamo sentiti l’ultima volta nella primavera 2010. Poi io sono stato molto preso dal piccolo che cresceva, dalla vita matrimoniale, dal lavoro che c’era e non c’era, poiché in dicembre avrei finito il dottorato e dovevo trovare altro; in più stavano per sposarsi (in ottobre) due miei carissimi amici a cui avrei fatto da testimone. Alcuni passaggi faticosi, molti altri bellissimi. E in mezzo a questo flusso di eventi io mi sono pian piano dimenticato di Marta. E’ terribile. Proprio quando la malattia si aggravava, e lei aveva bisogno di avere gli amici vicino (sono il paradiso, diceva). Ecco, proprio in quei mesi, io mi sono allontanato. Ogni volta che ci penso mi viene da piangere. E non si può dire che non avessi avuto occasione di avere sue notizie. Dopo il Meeting 2010 Francesco era venuto a pranzo da noi, e poi sarebbe andato a trovarla al San Raffaele, dove le condizioni di Marta erano già problematiche. Eppure non mi è venuto in mente di dire “dai, vengo anch’io”. Fino a quel giorno di ottobre in cui un’amica di Rimini mi avvisava della morte. Ma anche lì, avevo una coscienza ancora confusa di ciò che era stata la sua vita.

Così, questo prezioso libro mi ha fatto rendere conto fino in fondo della bellezza della vita di Marta. Di tutta la sua vita, fino all’ultimo istante, quel meraviglioso “grazie, grazie, grazie” rivolto a Fra. E’ una testimonianza grandiosa che mi ha fatto accorgere di ciò che era accaduto, e del bene che era stata la sua vita; è un mio nuovo incontro con Marta, non meno ricco di quelli precedenti. Un incontro che mi permette di “recuperare” in un certo senso, di fare memoria, di pregare per lei, di averla accanto. Oggi come tanti anni fa. Senza questo libro non mi sarei accorto di tante cose, e avrei avuto un suo ricordo sentimentale o tutt’al più sbiadito. Ora è diverso, perciò sono grato a te e a tutti quelli che hanno dato credito all’idea di diffondere i suoi scritti. D’ora in poi Marta sarà con me sempre, più presente di prima. Tanto che sabato 11 luglio verrà battezzata la nostra terza figlia, che abbiamo deciso di chiamare come lei. Nel corso della Messa ci sarà anche un’intenzione per Marta, che mi permetto di trascriverti: 

“Per Marta Bellavista, che già contempla il volto di Dio, perché il dono della sua vita piena e lieta possa portare molto frutto”

Ancora oggi, a distanza di cinque anni, non so spiegare perché pian piano non mi sono più interessato al suo destino, pur sapendo che le sue condizioni erano gravi. Ripeto: è terribile e me ne vergogno. Ma ho una certezza granitica: questa raccolta di scritti e tutti i fatti che sta suscitando sono un nuovo inizio, una occasione di conversione per me e per il mondo. Sono una modalità misteriosa con cui Dio mi ha rimesso in cammino. Prego tutti i giorni che il mio cuore di pietra si converta veramente, proprio come faceva Marta. E prego anche di non dimenticarmi più di lei, del suo sguardo semplice e della letizia con cui ha offerto la sua vita bellissima.

Perdonami la lunghezza della mail ma avevo bisogno di scriverti e di farlo sinceramente. Se non disturbo, ti sarei grato se potessi inoltrarla a Giorgio ed Elena. Grazie di cuore.

Federico